Immobile locato da una persona fisica ad una società: sì all’imposta sostitutiva

Il contratto di affitto di un immobile ad uso abitativo concesso in locazione da una persona fisica ad una società – per uso foresteria dei propri dipendenti – può giovarsi della agevolazione della cosiddetta ‘cedolare secca’, che permette di versare un’imposta sostitutiva (al 10 per cento o al 21 per cento, a seconda dei casi) in alternativa alla tassazione ordinaria IRPEF, e non essere tenuto al pagamento dell’imposta di registro. Questo il principio fissato dai giudici (sentenza del 30 dicembre 2024 della Corte di giustizia tributaria di secondo grado del Piemonte), i quali aggiungono poi che comunque è necessario che ricorrano i presupposti previsti dalla norma, e cioè che il locatore sia una persona fisica che non agisce in regime di impresa e che loca un immobile ad uso abitativo, anche nell’ipotesi che il conduttore sia una società. Depotenziato, quindi, a chiusura della vicenda, l’avviso di liquidazione con cui il Fisco aveva liquidato la maggior imposta derivante dalla registrazione di un contratto di locazione fabbricati stipulato, per la durata di quattro anni, tra il locatore – un privato cittadino – e una società, non ritenendo applicabile alla fattispecie concreta il regime della cosiddetta ‘cedolare secca’. Decisivo anche il richiamo al principio di diritto secondo cui, in tema di redditi da locazione, il locatore può optare per la ‘cedolare secca’ anche nell’ipotesi in cui il conduttore concluda il contratto di locazione ad uso abitativo nell’esercizio della sua attività professionale, atteso che l’esclusione, prevista dal decreto legislativo relativo alle ‘Disposizione in materia di federalismo fiscale municipale’, si riferisce esclusivamente alle locazioni di unità immobiliari ad uso abitativo effettuate dal locatore nell’esercizio di una attività d’impresa o di arti e professioni.